Riserve di vino rosso e clima freddo: come degustarle al meglio

Le temperature polari che questo inverno hanno investito l’Italia non hanno risparmiato cantine e – soprattutto – vino, neanche nella nostra assai temperata Toscana, per non parlare delle regioni del Sud dove mai come quest’anno si sono registrate temperature da record.

Il problema sorge per i vini in invecchiamento ma anche per quelli imbottigliati, che non sempre – soprattutto le Riserve di vino rosso come il nostro “Ultimo” – sono in grado di resistere a sbalzi climatici forti nè a sottozeri da record, col rischio di precipitazioni importanti che fanno perdere al vino colore e caratteristiche organolettiche. Come godere allora al meglio di tutte le nostre preziose bottiglie? Come essere sempre certi di versare e degustare una Riserva integra in tutte le sue qualità organolettiche?

Servizio: con le Riserve osate qualche grado in più!

La prima regola da tenere a mente sono le temperature di servizio, che variano di vino in vino, non solo di tipologia in tipologia. La temperatura di servizio consente di apprezzare al meglio le qualità olfattive e gustative del vino. É quindi sempre opportuno controllare in etichetta o nel materiale promozionale del produttore se sono riportate informazioni in merito o, nel dubbio, domandare alla cantina qual è la temperatura di servizio consigliata. In assenza di lumi ci possiamo rammentare le regole generali: solitamente la scala delle temperature di servizio dei vini rossi va dai 14°- 16° per rossi giovani e poco tannici, 16°- 18° per rossi di media struttura e 18°- 20° per i rossi strutturati e di lungo affinamento, come le nostre Riserve. Per i vini rossi infatti una temperatura di servizio troppo bassa farebbe risaltare in maniera negativa la tannicità del vino, forzando la sensazione di astringenza in bocca mentre una temperatura più alta li renderà più morbidi e piacevoli alla beva, tirando fuori tutto il bouquet di aromi che possiedono. 

Tutti quei rossi che non raggiungono un’intensità cromatica scurissima, che non s’appiccicano alle pareti del bicchiere, che offrono profumi d’una immediatezza fruttata, supportata da floreali e leggere sfumature erbacee, diventano più succosi nel loro fruttato d’uva rossa se la temperatura è leggermente più alta del consentito. Detto in parole povere: per alcuni vini rossi invecchiati nonchè per alcune Riserve (specie quelle che non fanno barrique), potete allargarvi anche a 22° – 23°, il vino non potrà che beneficiarne!

É sempre utile poter controllare la temperatura dell’ambiente dove conserviamo le nostre bottiglie: che sia una cantinetta professionale di ultima generazione o una stanza di casa, in tempi di climi rigidi come quelli odierni è essenziale poter tenere sotto controllo l’ambiente ed il suo microclima, proprio per evitare di danneggiare i nostri tesori!

Anche la nostra Riserva di vino Nobile di Montepulciano "Ultimo" può risentire delle temperature gelide di questo inverno: come degustarla al meglio?

Anche la nostra Riserva di vino Nobile “Ultimo” può risentire delle temperature gelide di questo inverno: come degustarla al meglio?

Quando il vino è freddo usate il Decanter!

Avere tra le mani una Riserva di vino rosso significa possedere un patrimonio che ha trascorso tanto tempo al chiuso, costretto all’interno di un vetro che ne costringe le potenzialità espressive. Se è vero che l’affinamento in bottiglia ammorbidisce il vino, è anche vero che una volta stappato, per poter esprimere se stesso al meglio, deve ossigenarsi e rilassare i suoi muscoli il più a lungo possibile. 

In tempi freddi come questi allora è bene ricordarsi di stappare le nostre Riserve con almeno un’ora e mezza di anticipo e di impiegare sempre calici a temperatura ambiente per evitare sbalzi termici troppo forti ma, allo stesso tempo, anche per aiutare il nostro vino a riscaldarsi naturalmente. Un preziosissimo aiuto ci viene dal decanter, strumento indispensabile ad ogni amante del vino che desideri godere dei profumi inebrianti e concentrati delle Riserve, anche in pieno inverno. 

Specchio di un modo di produrre assai più diffusamente naturale di quello odierno, inizialmente il decanter serviva a separare le componenti solide presenti nelle bottiglie più vecchie (i sedimenti, appunto!), dal liquido. Oggi, invece, la decantazione è volta anche a valorizzare il vino: ossigenarlo aiuta ad esaltarne gli aromi mentre le chiarifiche, le filtrazioni e le pastorizzazioni hanno consentito ai grandi produttori di vino di ottenere vini quasi completamente esenti da sedimentazioni interne. Motivo in più per dotarsi di un decanter: se siete soliti acquistare vini che non vengono sottoposti a questo tipo di processi produttivi, sappiate che con sbalzi termici come quelli che stanno interessando la penisola quest’inverno le vostre preziose bottiglie di Riserva potrebbero essere soggette a sedimentazioni!

Il vino, soprattutto quello invecchiato, ha bisogno di essere ossigenato per esprimere al massimo tutte le proprie caratteristiche e bouquet di aromi. Un vino che ha trascorso diversi anni nelle botti potrebbe essere soggetto a sedimenti accumulatisi nel fondo del recipiente, sedimenti il cui accumulo viene favorito dai climi freddi e – soprattutto – dagli sbalzi termici. Per godere dunque appieno delle nostre Riserve, l’ossigenazione a mezzo decanter diventa un’operazione necessaria: fa respirare il vino e, anche nel caso in cui sia turbato da un’acidità alta come accade di frequente col Sangiovese, lo equilibra rendendolo gradevole sia alla vista che all’olfatto.

Stappiamo la nostra bottiglia e versiamola lentamente nel decanter per consentire alle molecole del vino di essere attraversate dall’ossigeno e quindi, in un certo senso, di “risvegliarsi”. Prestiamo anche molta attenzione all’operazione di scaraffatura: i vini rossi invecchiati vengono imbottigliati in bottiglie di tipo Bordolese per una precisa ragione ovvero la spalla della bottiglia (vedere l’immagine) serve a trattenere la maggiore quantità possibile di sedimenti che il freddo ed il tempo trascorso in affinamento possono generare all’interno. Nulla di preoccupante: i vini naturali abbondano di sedimenti! Dovete però riuscire ad eliminarli per poter godere fin dell’ultimo sorso del vostro prezioso nettare.

Se avete paura di non riuscire ad inclinare la bottiglia in maniera tale da far restare i sedimenti sulla spalla della stessa, potete aiutarvi con un colino a maglie finissime o con un velo di carta neutra (mai profumata nè colorata!) da apporre sopra al boccale del decanter. In questo modo, versando lentamente, i sedimenti resteranno sulla superficie della carta mentre il liquido scivolerà al di sotto. 

E voi, avete un metodo speciale per godere appieno delle vostre bottiglie di Riserva anche in pieno inverno? Raccontatecelo!

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