Comunicare il vino nell'era 4.0: l'intervista de I Grandi Vini alla nostra Carlotta Andrea Buracchi

Questo articolo è tratto dall’intervista di Chiara Martinelli per la rivista ‘I Grandi Vini’. Trovi l’originale  a questo link.

E’ ufficialmente uscito Ultimo Riserva 2014 e Carlotta Andrea Buracchi ha già ben chiara quale sarà la strada da percorrere per comunicare il vino. Carlotta, 26 anni, una agenzia di comunicazione specializzata in creazione contenuti e brand journalism rappresenta la nuova generazione di Azienda agricola Buracchi, ma soprattutto un nuovo modo di comunicare i valori e l’eccellenza di un prodotto che ha bisogno, oggi più che mai, di aprirsi all’era 4.0. – “Ultimo” lo stiamo spingendo soprattutto attraverso i canali social, per me la base per comunicare il vino stando in linea coi tempi”– spiega. – “Per lanciare l’etichetta di Ultimo, Vino Nobile di Montepulciano Riserva 2013, sono partita almeno tre mesi prima. La vite offre l’opportunità di lavorare da un anno all’altro: un lasso di tempo ideale per progettare il lavoro nei tempi giusti, curandone tutti gli aspetti”. –

L’azienda Buracchi si identifica in Ultimo, ed è sulla “Riserva” che Carlotta ha voluto scommettere, utilizzando con criteri differenti i canali più accessibili al pubblico web, senza venir meno alla tradizione di un’eccellenza come il Vino Nobile di Montepulciano. Partendo da zero ha creato l’immagine dell’azienda sprovvista di vigneto (a causa della vendita di un ramo dell’azienda) e con un’etichetta appena nata, “Ultimo”, appunto . Una sfida tutt’altro che semplice in un mercato saturo di Denominazioni, in cui è più facile disperdersi che entrare nell’orbita di competitor consolidati, seppur rischiando di venire oscurati da un momento all’altro.

Com’è nata la tua strategia di comunicazione?

“Per comunicare questo vino mi sono dovuta inventare qualcosa che esulasse dal canonico ‘corporate’. Non essendo la classica azienda vitivinicola con vigneti da immortalare quotidianamente, ho dovuto impostare una strategia di comunicazione che avesse per così dire, un filo conduttore troppo poco utilizzato. Il progetto è stato ideato seguendo la direttrice principale dei tre canali social: Facebook, Twitter e Instagram”.

La pagina facebook dell'Azienda Agricola Buracchi: un sapiente mix di informazioni, curiosità, attualità e prodotti

La pagina facebook dell’Azienda Agricola Buracchi: un sapiente mix di informazioni, curiosità, attualità e prodotti

Qual è l’importanza e l’utilità di ciascun canale per comunicare il brand e prima di tutto far conoscere Ultimo? Partiamo da Facebook, quello che tu definisci la “comunicazione cantina-persona”…

Per comunicare il vino bene oggi Facebook è indispensabile, lo devi avere. Non puoi non sfruttare quello che oggi è diventato un vero e proprio “motore di ricerca”. I miei primi contatti sono arrivati da questa piattaforma: vecchi e nuovi clienti, fiere, eventi, pian piano si è innescato un meccanismo interessante dal punto di vista commerciale e della visibilità. Facebook serve per parlare con e alle persone: ai clienti, agli amici, ai privati, siano essi distributori di vino o semplicemente wine lovers. Lo scopo è costruire e coinvolgere la propria community con contenuti freschi, autentici ed originali. Attenzione a non essere troppo autoreferenziali: comunicare costantemente e solo il proprio brand stanca l’utente. Ho scelto di informare il pubblico, renderlo partecipe raccontando ciò che accade nel settore vino e nell’enogastronomia: dagli eventi alle novità, dino alla cucina e al turismo. É un servizio per chi segue il brand”.

Il profilo Instagram dell'azienda Buracchi: tante immagini di backstage: degustazioni, eventi ed il lavoro di tutti i giorni

Il profilo Instagram dell’azienda Buracchi: tante immagini di backstage: degustazioni, eventi ed il lavoro di tutti i giorni

Instagram è il più utilizzato dai millenials e quello che ha superato di gran lunga gli altri due canali…

 É il social che esalta l’immagine. Attraverso le foto puoi creare ‘engagement’, coinvolgere gli utenti con autenticità. Il ‘love’ non porta all’acquisto immediato o al dialogo diretto ma alla notorietà del marchio. Se oggi vuoi comunicare il vino devi tenere a mente che Instagram è la vetrina dove mostrare il lavoro di tutti i giorni, le degustazioni, il backstage, non solo foto ‘patinate’. Devi far vedere come ti sporchi le mani per conquistare la fiducia del pubblico”.

Poi viene Twitter, il più professional dei tre, quello che tu chiami la” comunicazione cantina-brand”…

 Twitter è il canale business: serve per fare link building, far stringere tra sé i brand, mettere in contatto le cantine e dialogare con associazioni, partner, influencer che andranno a recensire i miei vini, insomma i professionisti del settore. Su Twitter ti aggiorni e segui le novità legislative, partecipi al dibattito con il tuo punto di vista professionale”.

Il profilo Twitter di Buracchi. link building ed un collegamento costante con brand, enti ed influencers di settore

Il profilo Twitter di Buracchi: link building ed un collegamento costante con brand, enti ed influencers di settore

L’aspetto fondamentale della tua strategia di comunicazione è riassunto nella domanda che ti sei posta al momento del lancio di Ultimo sui social network: “Cosa può fare una cantina per arricchire l’informazione?”

Comunicare il vino non vuol dire limitarsi alla pubblicità del prodottoLa comunicazione deve arricchire chi legge. Ho iniziato col postare foto dell’imbottigliamento di Ultimo, creando un’aspettativa man mano che ci avvicinavamo all’uscita del vino. Quindi ho sviluppato un piano editoriale dettagliato, stando attenta agli orari in cui postare (per il vino è importante farlo durante i pasti e nel weekend, quando le persone sono più libere di concedersi un calice e hanno voglia di visitare cantine, fare degustazioni). Però mi sono concentrata principalmente su ciò che è la chiave del mio lavoro: ovvero il non postare tutti i giorni argomenti della propria cantina. L’obiettivo è di non fare una comunicazione autoreferenziale. Cosa può fare una cantina per migliorare la propria comunicazione e farsi del bene? Sicuramente arricchire gli altri, ad esempio regalando piccole pillole di sapere su aspetti sconosciuti del vino, senza aver paura di parlare dei concorrenti o di altre denominazioni. Solo perseguendo questa linea diventi un brand riconosciuto e apprezzato perché dai un servizio di informazione. Chi segue la mia pagina deve sentirsi gratificato da contenuti interessanti, trovare informazioni utili e acquisire nuove conoscenze”.

Riprendendo un tuo vademecum postato pochi giorni fa su facebook in cui racconti la strategia di comunicazione per Ultimo: quali sono gli step e i consigli fondamentali per chi desidera comunicare il vino sui social network?

  1. Chiedersi cosa vogliamo comunicare e quanto tempo abbiamo da dedicare
  2. Selezionare bene i canali
  3. Scrivere il piano editoriale focalizzandosi sui contenuti
  4. Diversificare la comunicazione (Facebook – persone; Twitter – brands)
  5. Rispettare la strategia per coltivare la community”.

Ed il sito internet?

Il sito web è un elemento imprescindibile se vuoi comunicare il vino sui social: dev’essere dinamico ed avere una sezione ‘news’/’blog’ sempre aggiornata. Il consumatore vuole sentirsi vicino al brand altrimenti il meccanismo d’identificazione non scatta, per questo è importante dialogare e interagire in tempo reale quotidianamente”.


L’intervista originale di Chiara Martinelli per I Grandi Vini a questo link

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